Ride Riccione Week e ACSI Ciclismo: il tema della sicurezza è una priorità

Ciclismo e sicurezza: un matrimonio imprescindibile ma ancora oggi troppo spesso di difficile realizzazione… I periodi più recenti, legati alla pandemia e a tutto ciò che ha comportato, hanno influito non poco sulle nostre abitudini e anche sulla ciclabilità della nostra società. In tanti hanno difatti riscoperto il gusto di andare in bicicletta, di pedalare per le nostre strade e le nostre città, ma questa tendenza ha avuto anche un costo, pesante, in termini di incidenti anche gravi.

L’Italia, purtroppo, continua ad essere un Paese non sempre a misura di bici.

Il tema sicurezza e ciclismo è un argomento molto vasto e complesso, che comprende sia il mondo agonistico a ogni livello, sia quello della più semplice movimentazione quotidiana. La Ride Riccione Week sin dalla sua nascita è stata sempre molto sensibile a questo tema, affrontandolo a 360 gradi essendo l’evento riccionese un caleidoscopio di appuntamenti e occasioni che hanno sempre la bici in primo, anzi, primissimo piano.

La RRW si è posta sin dall’inizio come un esempio, basti pensare al forte impiego delle forze dell’ordine (grazie anche alla sensibilità e all’impegno della Polizia Municipale) nel garantire la sicurezza dei tanti bambini che, nei cinque giorni previsti, affollano l’Area Kids e la Pump Track, trasformandole in luoghi dove poter lasciar sfogare la voglia di correre e giocare.

Inoltre, il tema della sicurezza in bici sarà primario in occasione della Ride Riccione, allestita su un territorio estremamente ampio, che va addirittura a toccare una regione limitrofa: le Marche. Alla Ride Riccione il controllo è costante, ogni incrocio è attentamente vigilato per permettere ai ciclisti di affrontare la gara e i relativi sforzi in assoluta tranquillità, senza timore di incontri sgraditi e pericolosi. Con gli appositi controlli, con un impegno costante da parte di tutti, organizzatori in primis, si può realizzare una “Ride Riccione a impatto zero sulla viabilità” com’è stato fatto lo scorso anno, grazie allo straordinario contributo della Polizia Municipale e del settore Traffico del Comune di Riccione.

Il tema sicurezza resta sempre in primo piano nel lavoro degli enti ciclistici, e in questo l’ACSI Ciclismo, che sostiene la Ride Riccione avendone fatta una colonna del proprio calendario, è un esempio. Il suo presidente Emiliano Borgna tiene però a precisare un concetto: «Bisogna sdoppiare il discorso quando si parla di sicurezza a proposito della bici: da una parte c’è il suo utilizzo privato, che sia per semplice spostamento, per cicloturismo, per allenamento, e lì sappiamo che c’è molto da fare soprattutto in termini di legislazione… Dall’altro c’è l’aspetto legato agli eventi. Anche qui bisogna impegnarsi nella scrittura di una legge adatta, ma intanto il mondo delle due ruote ha saputo gestirsi, molti si sono arrangiati e almeno è stato creato un regolamento al quale gli organizzatori si rifanno. Serve però un intervento forte da parte dei legislatori».

Il Covid quanto ha influito da questo punto di vista?

«Sicuramente ha accelerato certi meccanismi. I protocolli proposti in maniera sempre più accurata e stringente hanno costretto gli organizzatori ad affrontare il problema e a porre più attenzione. È chiaro che l’allestimento delle Gran Fondo è diventato per molti versi più difficile, ma anche molto più ricco di garanzie per chi vi partecipa».

Nel 2020 le Gran Fondo su strada sono state appena una ventina, lo scorso anno pur in una situazione sanitaria più favorevole, molti organizzatori hanno declinato l’impegno, e nel complesso si nota che il numero di eventi è sensibilmente diminuito, molto più di quanto avviene nella Mtb. Gli organizzatori hanno paura ormai di allestire gare?

«Non credo si tratti di paura. Il Covid ha influito soprattutto sull’aspetto economico, è difficile trovare sponsor che garantiscano la giusta qualità dell’evento, bisogna affidarsi quasi esclusivamente al ricavato delle iscrizioni ma anche da quel punto di vista molti faticano a riprendere le vecchie abitudini. Le trasferte sono diventate più onerose, e bisogna farsi in conti in tasca per poter aderire alle manifestazioni. Io credo che ci vorrà tempo per tornare alla piena normalità, ora con un acclarato numero ridotto di praticanti, molti organizzatori non se la sentono».

Servono sicuramente nuove idee: a tal proposito come vede l’iniziativa della Ride Riccione, ovvero quella di proporre una gara con tratti cronometrati per unire di più chi guarda all’agonismo e chi semplicemente all’aspetto ciclo turistico?

«È una grande idea che conferma quanto gli organizzatori della Ride Riccione abbiano una mente aperta alle nuove iniziative. I numeri della Ride dicono che attraverso il vastissimo contorno alla corsa c’è un indotto economico importante, ma soprattutto si muove più gente, non strettamente legata alla corsa e questo è un bene».

Si sente ottimista per il futuro?

«Assolutamente si. Nel calendario italiano la grande maggioranza delle Gran Fondo è sotto la nostra egida, teniamo molto che esse si svolgano nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza. Per noi questa è la prima cosa e sarà così sempre».